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Amministratore di sostegno in terza età: ruolo e requisiti

L’amministratore di sostegno è una figura fondamentale per aiutare le persone anziane che, a causa di problemi di salute fisica o mentale, non sono più in grado di gestire autonomamente i propri affari. Questo ruolo è regolato dalla legge italiana (legge n. 6/2004), con l’obiettivo di proteggere le persone vulnerabili, mantenendo comunque il loro diritto all’autodeterminazione.

 

Il ruolo dell’amministratore di sostegno

L’amministratore di sostegno è nominato dal giudice tutelare, su richiesta della persona interessata, di un familiare o di altri soggetti coinvolti. Il suo compito principale è quello di assistere l’anziano in tutte le questioni amministrative e legali che quest’ultimo non è in grado di gestire da solo. Questo può includere la gestione dei beni, il pagamento di bollette, l’amministrazione del patrimonio e la firma di documenti legali.

È importante notare che l’amministratore di sostegno ha una funzione di supporto e non di sostituzione totale della persona assistita. Questo significa che l’anziano conserva la capacità di compiere atti e decisioni per le quali è ancora autonomo, mentre l’amministratore interviene solo nei settori in cui è richiesto un supporto.

 

Requisiti per diventare amministratore di sostegno

Chi può diventare amministratore di sostegno? Non ci sono requisiti professionali specifici. Di solito, viene scelto un familiare stretto o una persona di fiducia dell’anziano, ma possono essere nominate anche figure esterne, come avvocati o professionisti qualificati, soprattutto quando non ci sono parenti disponibili. Il giudice valuta attentamente la situazione e nomina la persona più idonea a tutelare l’interesse del soggetto assistito.

L’amministratore di sostegno è un ruolo chiave per garantire che le persone anziane possano affrontare serenamente la terza età, avendo al loro fianco una figura che li supporti nelle scelte quotidiane, preservando però la loro autonomia personale.

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